Selezione di articoli dalla rivista Art e Dossier n°390, settembre 2021.

C. Baldacci, Fotografia (auto)riflessiva. Luisa Lambri, Untitled (Strathmore Apartments, #46). In Art e Dossier, numero 390, settembre 2021. Giunti Editore, pp. 14-15.

M. Zanchi, Dubbi ed esperimenti di un visionario. Nino Migliori. In Art e Dossier, numero 390, settembre 2021. Giunti Editore, pp. 26-31.

A. Accatino, La vita è un’orma sulla neve. Andrzej Wróblewski. In Art e Dossier, numero 390, settembre 2021. Giunti Editore, pp. 50-53.

M. Tazartes, Il respiro della pittura dal vero. Gli impressionisti a Gallarate. In Art e Dossier, numero 390, settembre 2021. Giunti Editore, pp. 54-59.

A partire dal 1910 Picasso e Braque prendono progressivamente coscienza del rischio insito nell’eccessiva analiticità nella scomposizione della superficie pittorica, che rendendo di difficile comprensione le opere, tende verso l’astrattismo. Per scongiurare il pericolo che la loro pittura abbandonasse la realtà concreta per una puramente mentale, iniziano dapprima ad inserire sulla tela, dipingendoli o incollandoli, numeri o lettere per riportare lo sguardo dello spettatore alla concretezza dell’oggetto (utilizzando una tecnica mista tipo stencil). In un momento successivo arrivano poi ad inserire frammenti prelevati dal mondo reale combinati alle parti dipinte, attraverso la tecnica del collage (ritagli di giornale, pezzi di vetro o di altri materiali).

E’ in questo periodo che si aggiunge al gruppo il giovane pittore spagnolo Juan Gris. Tra il 1911 e il 1912 la sua adesione al Cubismo è totale. Grazie a lui si assiste ad un ritorno del colore, anche se su scala quasi esclusivamente monocromatica, e all’inversione del processo secondo cui la realtà non viene più analizzata tramite la scomposizione della stessa negli elementi geometrici elementari, secondo l’insegnamento di Cèzanne, ma il contrario, cioè partendo dal disegno di questi ultimi sulla tela si giunge per sintesi all’oggetto reale. L’astratto diventa così reale e concreto. Gli oggetti dipinti non sono più quindi copia del reale ma diventano essi stessi reali nel momento in cui vengono concretizzati sulla tela. “Di un cilindro faccio una bottiglia” affermava Gris, ribaltando l’insegnamento di Cézanne. 

Il Cubismo sintetico vede tradizionalmente la luce nel 1912, anno in cui Picasso dipinge Natura morta con sedia impagliata.

Fonti:
L. Parmesani, L’arte del XX secolo e oltre. Movimenti, teorie, scuole e tendenze. Skira Editore, Milano, 2012, pp. 21-22.
https://it.wikipedia.org/wiki/Cubismo
https://it.wikipedia.org/wiki/Cubismo_sintetico