«Altezza, larghezza e profondità sono sottolineate dal rosso, dal blu e dal giallo; il volume invece dal grigio, dal bianco e dal nero.» [Theo van Doesburg, 1920]
De Stijl o Neoplasticismo è il movimento nato attorno all’omonima rivista fondata dall’architetto Theo van Doesburg nel 1917. Nel manifesto programmatico redatto dallo stesso Van Doesburg e da Pietr Mondrian, si espongono i tratti fondamentali della nuova arte: essenziale, astratta e geometrica, basata sul progressivo abbandono delle forme naturali verso modelli di pura forma geometrica e cromatica.
Uso dei colori primari distesi a campitura piatta (blu, rosso e giallo) e degli elementi ortogonali a riferimento del mondo naturale (linee rette e spezzate orizzontali e verticali, già istanze del tardo cubismo) sono i mattoni per la costruzione di un linguaggio astratto che, attraverso lo studio delle strutture logiche, matematiche e sintattiche del reale, elimini il dato naturale delle cose, sintetizzandolo in elementi geometrici puri.
Il linguaggio neoplastico mira a superare qualsiasi divisione tra arte e vita, estetica e progetto, coinvolgendo in un unico disegno architettura, pittura, arti applicate e progettazione. Un linguaggio comune a tutte le arti quindi, dove vengono definitivamente accantonate le tecniche tradizionali e dove viene meno qualsiasi distinzione tra le arti stesse, in grado di contribuire al rinnovamento artistico e sociale.
Il movimento si caratterizza per l’accento posto su problematiche di tipo architettonico, in particolare la ricerca di una definizione cromatica delle forme, dove risultano assenti contenuti di tipo realistico e decorativo, condividendo con il Bauhaus i principi di razionalità e chiarezza e le istanze riformatrici sia in campo etico che sociale che tanto influenzeranno lo sviluppo dell avanguardie successive.
De Stijl si differenzia tuttavia dal Bauhaus per una concezione del progetto puramente teorica, svincolata quindi da qualsiasi problematica d’uso o funzione, fondamentale invece nel Bauhaus dove estetica, funzionalità e uso sono inscindibili nell’elemento progettuale.
Dopo alcune incomprensioni iniziali tra Van Doesburg e Mondrian, il quale non condivide inizialmente l’applicazione delle proprie teorie pittoriche all’architettura, l’adesione del pittore olandese a De Stijl è totale.
L’eco delle formulazioni neoplastiche di Mondrian è tale da diffondersi in Europa e negli Stati Uniti ben oltre la cessazione delle pubblicazioni della rivista (1932), influenzando la sperimentazione astratta americana degli anni quaranta.
Fonti:
- L. Parmesani, L’arte del XX secolo e oltre. Movimenti, teorie, scuole e tendenze. Skira Editore, Milano, 2012, p. 29.
- Il Novecento. Avanguardie. Collana “I Secoli dell’Arte”. Mondadori Electa, Milano, 2005, p. 89.
- https://www.treccani.it/enciclopedia/de-stijl/
- https://it.wikipedia.org/wiki/De_Stijl
- https://storiadellarchitetturamoderna.blogspot.com/2013/06/de-stijl.html