Mario Sironi, “Il camion giallo”, 1919
Collezione privata (in deposito presso il Museo MAGA di Gallarate)
Tempera e collage su cartone telato, 89 x 63 cm
La solitudine dell’uomo moderno è al centro dell’opera, datata 1919, esemplificativa della svolta di Sironi dall’avanguardia futurista al purismo novecentista. Da un lato infatti abbiamo il tema della macchina e il richiamo a Marinetti e ai paroliberi di Zang Tumb Tuuum, Adrianopoli, Ottobre 1912, attraverso frammenti di sillabe incollate sulla tela al centro del camion con la tecnica del collage. Dall’altro l’abbandono della rappresentazione del senso della velocità, tanto caro ai futuristi, a favore di geometrie ordinate e immobili, che spaziano dai monumentali rettangoli dei caseggiati alla figura del camion, esso stesso architettura in primo piano al centro della strada, statico e quasi incapace di muoversi.
Tutta la composizione è basata su un procedimento di semplificazione che elimina i particolari a favore di blocchi contrapposti, siano essi i poligoni color ocra e calce degli edifici, o la figura gialla del camion verso la colonna nera del lampione.
Forti sono i richiami alle atmosfere immobili e senza tempo della metafisica di De Chirico e al realismo magico di Hopper. [1] [2]
[1] http://appuntidistoriadellarte.it/Sironi/Il%20camion%20giallo.html
[2] E. Pontiggia, A. M. Montaldo, Mario Sironi. Sintesi e grandiosità. Catalogo della mostra (Museo del Novecento, Milano, 23 luglio 2021 – 27 marzo 2022), p. 144.